Servizi strumentali alle imprese sociali o altri ETS

Tra i 23 campi di attività che l’art. 2, comma 1, d. lgs. n. 112/17 individua quali ambiti di intervento per le imprese sociali rientra quello sui servizi strumentali (lett. m). Questi ultimi possono essere erogati alle imprese sociali o ad altri enti del Terzo settore da enti composti in misura non inferiore al settanta per cento da imprese sociali o da altri enti del Terzo settore.
Le condizioni fissate dalla lett. m) sono dunque quelle relative ai soggetti eroganti e ai soggetti beneficiari dei servizi strumentali: in entrambi i casi essi devono rappresentare imprese sociali ovvero enti del terzo settore (fondazioni, associazioni). Ciò significa che l’impresa sociale può candidarsi quale formula giuridico-organizzativa idonea a svolgere attività di supporto non soltanto a favore di altre imprese sociali, ma anche di altre organizzazioni riconducibili al Terzo settore.
Si pensi, al riguardo, alle reti associative ovvero ai Consorzi di cooperative sociali, disciplinate dall’art. 41 del Codice del Terzo Settore, che, accanto alle tradizionali attività di rappresentanza e di sostegno reciproco, possono costituire la formula di service che può realizzare ed erogare una serie di servizi a beneficio dei soggetti che operano e si ritrovano all’interno della rete associativa ovvero anche all’esterno della stessa ma che abbia le caratteristiche giuridiche previste dai Decreti Legislativi 117/2017 e 112/2017. Ad oggi la funzione dei Consorzi di cooperative sociali ovvero la funzione delle Reti Associative svolge già tale ruolo nei confronti dei propri soci ovvero nei confronti di soggetti esterni che abbiano le caratteristiche giuridiche previste dai Decreti Legislativi succitati, erogando servizi a supporto di tipo amministrativo, contabile, fiscale, di sviluppo dei servizi e di partecipazioni ( è il caso dei Consorzi di cooperative) a procedure ad evidenza pubblica previste dal Codice degli appalti.