Convenzione Onu
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Convenzione Onu
La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è una legge internazionale, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite su proposta di una commissione
La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità adottata da 192 paesi, firmata da 126 e ratificata da 49, con i suoi 50 articoli, rappresenta il primo grande trattato sui diritti umani del nuovo millennio. É un documento di grandissima importanza per la promozione di una nuova cultura riguardo alla condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità si prefigge l’obiettivo di fare in modo che in tutto il mondo siano rispettati i diritti umani delle persone con disabilità e siano rimosse le forme specifiche di discriminazione, impegnando tutti gli Stati che la hanno ratificata e la ratificheranno ad intervenire con politiche, legislazioni e risorse idonee.
Un aspetto importante risiede nel fatto che la Convenzione non istituisce nuovi diritti specifici per le persone con disabilità, poiché si ancora saldamente alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (del 1948), ma impone un nuovo modello di disabilità basato sui diritti umani, volto a rimuovere tutte le forme specifiche di discriminazione (“discriminazione fondata sulla disabilità”). Come tutte le Convenzioni Onu sui diritti umani, infatti anche la CRPD nasce dalla documentazione delle violazioni dei diritti verso persone che hanno determinate caratteristiche che sono colpite da uno stigma sociale negativo. Nel caso specifico, ad essere documentate e rilevate sono le violazioni dei diritti umani verso le persone con disabilità.
Il riconoscimento che le persone con disabilità sono discriminate e hanno mancanza di pari opportunità a causa del pregiudizio e della visione negativa che le accompagna e che nella società vi sono sovente ostacoli e barriere al godimento dei loro diritti umani è la base sulla quale si costruisce la Convenzione, sviluppando un impianto che si propone di intervenire affinché vi sia per queste persone eguaglianza di trattamento e di opportunità, anche con l’utilizzo di “accomodamenti ragionevoli”, ovvero di soluzioni adeguate (seppur ragionevolmente contemperanti le esigenze dei singoli e quelle dello Stato Parte), in tutti gli ambiti della vita e della comunità.
La Convenzione infatti vuole combattere proprio gli ostacoli, barriere e pregiudizi, spesso profondamente radicati nella cultura, nelle pratiche e nelle politiche delle Comunità (a volte anche in quelle che, ad una prima superficiale analisi vengono considerate “buone prassi!”), definendo una nuova politica per le persone con disabilità ed intervenendo in tutti i campi della vita (dal diritto alla vita, alla partecipazione a tutti i contesti sociali in condizioni di inclusione sociale, fino al diritto alla vita privata, autonoma ed indipendente).
Ciò che dovrebbe verificarsi, quindi, è soprattutto un vero e proprio cambiamento culturale al quale dare sostanza con azioni concrete.
La struttura della Convenzione
La Convenzione è composta da:
– un preambolo, in cui sono inserite le motivazioni, i riferimenti a documenti e considerazioni generali che ne hanno ispirato la scrittura;
– 50 articoli (principi e norme generali che si applicano a tutti gli articoli, norme specifiche che si occupano di aree particolari, sistema di monitoraggio nazionale e internazionale, procedure e sistema di aggiornamento);
– un protocollo facoltativo (che gli Stati possono decidere se ratificare, o meno, insieme alla CRPD) in cui sono inclusi i ricorsi individuali e le indagini del Comitato Internazionale.
I sistemi di monitoraggio
La ratifica della Convenzione impone agli Stati ratificatori di creare dei sistemi di monitoraggio sulle politiche in materia di disabilità nel proprio Paese, anche tramite la costituzione di una struttura di coordinamento.
Sulla base di tale monitoraggio ogni Stato dovrà presentare alle Nazioni Unite rapporti periodici (per la prima volta dopo due anni dalla ratifica ed in seguito ogni quattro anni), stesi con la partecipazione delle persone con disabilità, sulle misure prese per adempiere ai propri obblighi, ai quali potranno affiancarsi rapporti non ufficiali (cosiddetti “shadow report” – rapporti ombra) redatti dalle organizzazioni delle persone con disabilità o di chi le rappresenta.
La Convenzione istituisce inoltre il Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità con il compito di ricevere, esaminare e formulare suggerimenti e raccomandazioni ai rapporti nazionali dei vari paesi.
Gli Stati Parti, inoltre, si riuniscono regolarmente in una Conferenza (Conferenza degli Stati Parti) per esaminare ogni questione concernente l’applicazione della Convenzione.
La CRPD in Italia
L’Italia, con legge n°18 del 3 marzo 2009 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.61 del 14 marzo 2009) ha ratificato e resa esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 13 dicembre 2006 ed entrata in vigore il 3 maggio 2008. Con il medesimo provvedimento (art.3) istituisce l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che dovrebbe avere un ruolo centrale nella definizione delle politiche e dei programmi che riguardano la disabilità e nel monitorare e valutare l’accessibilità di tutte le altre politiche. Infatti, oltre a predisporre il Programma di azione biennale sulla disabilità ed a lavorare sul monitoraggio e l’implementazione della CRPD, l’Osservatorio, anche per tramite del proprio Comitato Tecnico-Scientifico, dovrebbe essere una fucina di idee e proposte per quanto riguarda la promozione della nuova visione della disabilità.
Il nostro Paese si è quindi impegnato a rendere i principi e diritti ribaditi dalla CRPD ancora più concreti ed esigibili, essendo soggetto anche a costante monitoraggio e verifica.
Per maggiori dettagli si rimanda al sito Anffas, qui disponibile, sul progetto “Accorciamo le distanze”, progetto cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ex legge 328/2000 – bando anno 2009.